La creazione di mille foreste sta in un solo seme.
Ralph Waldo Emerson
Ralph Waldo Emerson
Alla scoperta di una filosofia ambientale e sociale
sostenibile nel cuore dell’Indonesia
Nel mio viaggio ad agosto in Indonesia, ho avuto modo di scoprire angoli nascosti e realtà interessanti dal punto di vista ecologico, fra questi la bellissima fattoria Bumi Langit, nell’isola di Java, che adotta il modello della permacultura.
Mi era già capitato di sentir parlare di imprese agricole che si rifanno a questo modello, con un sistema integrato di sostenibilità ambientale, ma scoprire, del tutto casualmente, questa fattoria in Indonesia, sulle colline tropicali della provincia di Yogyakarta, è stata una vera sorpresa.
Una sorpresa innanzitutto per l’ambiente in cui si trova, per l’organizzazione che la caratterizza e per il lavoro che vi si svolge.
Lungo il viaggio verso la fattoria, nonostante fossi in possesso di precise informazioni per giungere a destinazione, il tassista ha dovuto fermarsi più volte per chiedere indicazioni stradali. L’area in cui si trova la fattoria è infatti non lontana dalla città di Yogyakarta, circa 20 km, ma fuori da ogni grosso centro di interesse produttivo o turistico e quasi dispersa tra le colline vicine al villaggio di Giriloyo.
L’edificio principale, ristrutturazione di un’antica casa realizzata con strutture e pareti in legno di teak, assieme alle terrazze coltivate, è magnificamente inserito tra la vegetazione e il paesaggio circostante...
sostenibile nel cuore dell’Indonesia
Nel mio viaggio ad agosto in Indonesia, ho avuto modo di scoprire angoli nascosti e realtà interessanti dal punto di vista ecologico, fra questi la bellissima fattoria Bumi Langit, nell’isola di Java, che adotta il modello della permacultura.
Mi era già capitato di sentir parlare di imprese agricole che si rifanno a questo modello, con un sistema integrato di sostenibilità ambientale, ma scoprire, del tutto casualmente, questa fattoria in Indonesia, sulle colline tropicali della provincia di Yogyakarta, è stata una vera sorpresa.
Una sorpresa innanzitutto per l’ambiente in cui si trova, per l’organizzazione che la caratterizza e per il lavoro che vi si svolge.
Lungo il viaggio verso la fattoria, nonostante fossi in possesso di precise informazioni per giungere a destinazione, il tassista ha dovuto fermarsi più volte per chiedere indicazioni stradali. L’area in cui si trova la fattoria è infatti non lontana dalla città di Yogyakarta, circa 20 km, ma fuori da ogni grosso centro di interesse produttivo o turistico e quasi dispersa tra le colline vicine al villaggio di Giriloyo.
L’edificio principale, ristrutturazione di un’antica casa realizzata con strutture e pareti in legno di teak, assieme alle terrazze coltivate, è magnificamente inserito tra la vegetazione e il paesaggio circostante...
Appena arrivato sono stato accolto da Iskandar, che subito mi ha presentato alla sua famiglia e ai suoi tre ospiti, la responsabile di Slow Food a Bali, un produttore di tempeh biologico in Giappone e Lisa, una simpaticissima ricercatrice esperta in coltivazione e produzione di caffè, proveniente da Giakarta. Ho immediatamente percepito un clima di grande ospitalità e di interesse allo scambio reciproco di esperienze.
Dopo le presentazioni ho visitato il resto della fattoria che definirei molto vicina all’impatto zero. Degni di nota da questo punto di vista sono i sistemi adottati per la depurazione dell’acqua, la cisterna di produzione di bio-gas, i pannelli fotovoltaici e, naturalmente, le varietà di frutta, cereali e ortaggi coltivati. La vegetazione è disposta in modo tale da respingere insetti dannosi per le colture, evitando in tal modo l’uso dei pesticidi.
Non è detto che i paesi in via di sviluppo, come ad esempio l’Indonesia, debbano sempre seguire gli esempi peggiori che il mondo cosiddetto “ricco” presenta loro. Sappiamo che esistono realtà (come Navdania in India) che dettano il passo in merito al concetto di sostenibilità e indicano la via per uno sviluppo sociale e ambientale sano. E lo fanno nell’unico modo “sostenibile”, partendo dalle comunità locali. Questa fattoria, nel suo piccolo, è uno di questi esempi.
Iskandar mi ha inoltre presentato le attività che, in quanto fattoria con vocazione “didattica”, si svolgono in collaborazione con le scuole, con l’università di Yogyakarta e con le piccole altre fattorie della provincia.
Il punto su cui ha insistito maggiormente è stato il desiderio di voler contribuire a ridare dignità e valore al lavoro sia della coltivazione che della preparazione del cibo, due attività che stanno alla base della vita, ma che sono sempre più spersonalizzate e industrializzate e, in fin dei conti, impoverite.
Non è detto che i paesi in via di sviluppo, come ad esempio l’Indonesia, debbano sempre seguire gli esempi peggiori che il mondo cosiddetto “ricco” presenta loro. Sappiamo che esistono realtà (come Navdania in India) che dettano il passo in merito al concetto di sostenibilità e indicano la via per uno sviluppo sociale e ambientale sano. E lo fanno nell’unico modo “sostenibile”, partendo dalle comunità locali. Questa fattoria, nel suo piccolo, è uno di questi esempi.
Iskandar mi ha inoltre presentato le attività che, in quanto fattoria con vocazione “didattica”, si svolgono in collaborazione con le scuole, con l’università di Yogyakarta e con le piccole altre fattorie della provincia.
Il punto su cui ha insistito maggiormente è stato il desiderio di voler contribuire a ridare dignità e valore al lavoro sia della coltivazione che della preparazione del cibo, due attività che stanno alla base della vita, ma che sono sempre più spersonalizzate e industrializzate e, in fin dei conti, impoverite.
Un cibo sano, coltivato in modo biologico e preparato in modo corretto, nel rispetto delle sue proprietà naturali, rappresenta inoltre la prima forma di prevenzione e di medicina per la salute del corpo e della popolazione.
Una coltivazione e una preparazione del cibo fatta con coscienza e conoscenza ridà valore non solo ai prodotti, ma soprattutto al lavoro celato dal prodotto finito. Vengono donati, così, dignità e orgoglio ai lavori di contadino e di artigiano del cibo che sempre più spesso vengono abbandonati, col crescere dell’urbanizzazione e del consumismo, lasciando un maggior campo d’azione a processi di industrializzazione nella filiera alimentare e di coltivazione intensiva in agricoltura.
Durante la chiacchierata sono stato invitato ad assaggiare un loro particolare kefir fatto con latte di capra e miele tropicale, davvero eccezionale, assieme ad una fetta di papaya appena raccolta.
Purtroppo i miei impegni non mi consentivano di restare per più giorni, quindi alla fine della visita sono andato via con la voglia di tornare quanto prima per ascoltare e soprattutto vedere il loro lavoro che, oltre all’agricoltura, si estende anche, sempre su piccola scala, alla preparazione del pane biologico, del temphe, del tofu, dello yogurt, e delle marmellate tropicali.
Ho salutato quindi Iskander, la sua famiglia e gli ospiti con un sentito ringraziamento e un arrivederci.
Una coltivazione e una preparazione del cibo fatta con coscienza e conoscenza ridà valore non solo ai prodotti, ma soprattutto al lavoro celato dal prodotto finito. Vengono donati, così, dignità e orgoglio ai lavori di contadino e di artigiano del cibo che sempre più spesso vengono abbandonati, col crescere dell’urbanizzazione e del consumismo, lasciando un maggior campo d’azione a processi di industrializzazione nella filiera alimentare e di coltivazione intensiva in agricoltura.
Durante la chiacchierata sono stato invitato ad assaggiare un loro particolare kefir fatto con latte di capra e miele tropicale, davvero eccezionale, assieme ad una fetta di papaya appena raccolta.
Purtroppo i miei impegni non mi consentivano di restare per più giorni, quindi alla fine della visita sono andato via con la voglia di tornare quanto prima per ascoltare e soprattutto vedere il loro lavoro che, oltre all’agricoltura, si estende anche, sempre su piccola scala, alla preparazione del pane biologico, del temphe, del tofu, dello yogurt, e delle marmellate tropicali.
Ho salutato quindi Iskander, la sua famiglia e gli ospiti con un sentito ringraziamento e un arrivederci.